martedì 2 ottobre 2007

Virtualizzazione: un ponte fra le persone

Ero sotto la doccia mentre pensavo alla virtualizzazione. Si sii, lo so, ci sono tante altre cose belle da fare sotto la doccia: fischiettare, cantare, coccolarsi e farsi coccolare, e via dicendo. Però in quel momento mi è venuta in mente la virtualizzazione: e mi è apparsa l'immagine di un ponte.

Un ponte che collega sistemi operativi diversi, che permette loro di interagire, di girare l'uno nell'altro, di non chiudersi nel loro box, piccolo o grande che sia (a seconda della base di utenti). Eppure il ponte è solo apparentemente fra sistemi operativi e programmi diversi. In realtà la virtualizzazione getta un ponte fra diverse filosofie di utilizzo, fra diverse modi di concepire, costruire e utilizzare gli strumenti informatici. Strumenti informatici usate da persone.

Ed ecco allora: la virtualizzazione è un ponte fra le persone.

Persone che amano fare cose diverse, con strumenti diversi, per assecondare passioni diverse. Ma provano gli strumenti dell'altro, toccano con mano, fanno un giro all'interno della filosofia dell'altro, e si confrontano e scambiano. E così si arricchiscono l'un l'altro.

I ponti sono necessari per permettere a ognuno di stare nel suo, ed allo stesso tempo attraversare quel ponte e conoscere l'altro se vogliamo. I ponti sono collegamenti sottili ma potenti a disposizione di ognuno, la virtualizzazione è un ponte.

Attraversiamolo.


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